Fino ad oggi non esisteva un indice affidabile e verificabile per misurare la succosità delle arance, tutto questo nonostante la succosità sia il parametro più importanti nella selezione delle arance. L’unica maniera per definire la reale resa in succo delle arance era spremerle, contribuendo al notevole spreco alimentare stimato dalla FAO in circa la metà dei raccolti di frutta e verdura.
Da oggi grazie al brevetto di Agricola Lusia sviluppato in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia sarà sufficiente chiedere a un software che applica l’intelligenza artificiale alla classificazione delle arance. Il programma, ospitato in un dispositivo che si integra nei comuni macchinari per la selezione della frutta, permette di definire il valore di succosità di ogni singola arancia attraverso una selezione non distruttiva.
Con un software, arance ai raggi X.
“Il metodo che abbiamo sviluppato può prevedere la percentuale e il peso del succo di ciascun frutto utilizzando un numero molto limitato di arance. – spiega Pietro Riello, tra gli autori del brevetto e docente del Dipartimento di Scienze molecolari e nanosistemi dell’ateneo veneziano – Finora nessuno studio aveva collegato la quantità di succo con le caratteristiche fisiche e varietali dell’agrume ed era quindi necessario distruggere una grande quantità di frutti per poterlo scoprire: un metodo non sostenibile, né scalabile a livello industriale”.

Lo sviluppo per definire il brevetto ha richiesto sei anni di ricerca e l’analisi di oltre 5 mila arance di varie origini per tracciare una carta di identità delle diverse cultivar e definire parametri oggettivi e verificabili anche sui grandi numeri.